“Il giornalismo non è un crimine”. A Conselice (Ravenna) le celebrazioni per la giornata mondiale della libertà di stampa 2023
CONSELICE (Ravenna). “L’FNSI chiede siano liberati i tanti giornalisti imprigionati, per questo il nostro claim è ‘Il giornalismo non è un crimine’, come ha detto il precedente Usa Biden. L’Italia è 58esima nella classifica sulla Libertà di stampa ed è in calo: il motivo è che siamo un Paese dove nonostante Ue e Consulta siano intervenute esiste ancora il carcere per i giornalisti. In Senato si esaminano disegni di legge che finalmente vorrebbero togliere il carcere, ma sono sbilanciati perché non c’è tutela dei colleghi che continuano a essere pagati pochi euro a pezzo. Tanti giornalisti precari sono minacciati da cause economiche: noi parliamo di art. 21 della Costituzione mentre ci sono le terribili querele bavaglio, pure intimidazioni. La Libertà di stampa va di pare passo con la dignità del lavoro”.
Ha esordito con queste parole, alla Giornata mondiale per la libertà di stampa del 3 maggio a Conselice, la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante, intervenuta insieme al presidente Aser e segretario generale aggiunto Fnsi, Matteo Naccari, al presidente dell’Ordine Emilia Romagna Silvestro Ramunno, ai genitori del collega Mario Paciolla morto in circostanze misteriose nel luglio 2020 in Colombia e a Paolo Berizzi e Giovanni Tizian, giornalisti sotto scorta per i loro articoli contro fascismo e ‘ndrangheta.
Ha aperto la Giornata la sindaca di Conselice, Paola Pula: “Siamo orgogliosi e portiamo avanti con impegno tutti l’Osservatorio permanente per la vigilanza e il monitoraggio sulla libertà di stampa, presieduto da Paolo Berizzi. Il monumento della Libertà di stampa è un pezzo identitario della nostra comunità”. Secondo Paolo Calvano, assessore regionale, “La libertà di stampa è un tema che riguarda tutti, l’informazione è un bene pubblico da tutelare” mentre Paolo Amadasi, vicepresidente Aser ha ricordato che “abbiamo titolato l’incontro ‘Mai abbassare la guardia’ “.
Berizzi: “Conselice è l’unico comune in Italia che ha un monumento sulla ‘Pedalina clandestina’, la macchina per la stampa clandestina che era fondamentale durante il regime, il fascismo non voleva che le persone fossero informate. Questo tema riguarda anche le democrazie, dove sempre più c’è insofferenza per le domande”.
Tizian: “Sono legato a Conselice, luogo che ha per me molta importanza: lì stavano molti di quanti mi minacciavano concretamente. Nei giornali locali i giornalisti sono più esposti e ora per fortuna anche in Emilia si parla del fenomeno mafioso”. Di deontologia si è occupato Silvestro Ramunno: “Ricordo che c’è il diritto dei cittadini a essere informati: se manca la libertà di stampa è un problema di democrazia soprattutto. Il primo dovere del giornalista è l’obbligo, non solo il dovere, di fornire le notizie”.
Secondo il presidente Naccari “grazie all’Osservatorio siamo reattivi sul tema, centinaia di colleghi sono insultati e minacciati e in tribunale magari si va avanti per anni additando i giornalisti, spesso precari, come ‘rompi scatole’ “. Intervengono i genitori di Mario Giuseppe Paciolla e Anna Maria Motta: “Raccontiamo e ricordiamo Mario anche in questi giorni intorno al Primo Maggio perché è morto sul lavoro a 33 anni. Era molto brillante, amante di lettura, viaggi, sport e non si è certo suicidato, come ci hanno detto: aveva la voglia di vedere da vicino e con le canadesi Brigate di Pace era andato in Columbia per aiutare i colleghi a rischio. C’è il rischio che la sua morte sia archiviata e siamo attivi sui social con ‘Giustizia per Mario Paciolla’ e la piattaforma marioveritas.org”.
Sono anche intervenuti, per il corso deontologico, Letizia Magnani, componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine ER, Mara Pedrabissi, neo presidente della commissione Pari opportunità Fnsi, la freelance Chiara Bissi e la testimonianza del giornalista d’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Emilia Romagna Paolo Bonacini.