La consegna dei riconoscimenti martedì 1° ottobre 2024, nel corso delle celebrazioni per i 18 anni della pedalina che ricorda gli stampatori clandestini che si opposero alla censura del nazifascismo durante la seconda guerra mondiale. Fra i presenti anche Matteo Naccari, segretario aggiunto Fnsi, Paolo Maria Amadasi, presidente Aser e Paolo Berizzi, presidente dell’Osservatorio per la libertà di stampa.
«La nostra responsabilità è non dimenticare, e qui a Conselice vogliamo ricordare che la storia della nostra terra ha sempre rappresentato una alternativa». Lo ha detto il sindaco di Conselice, Andrea Sangiorgi, aprendo martedì 1° ottobre 2024 le celebrazioni per il 18esimo anniversario del Monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa. Presenti in piazza accanto alla pedalina che ricorda gli stampatori clandestini che si opposero alla censura del nazifascismo durante la seconda guerra mondiale, oltre al sindaco, il presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa Paolo Berizzi, il presidente dell’Associazione stampa Emilia-Romagna Paolo Maria Amadasi, il giornalista della Repubblica Matteo Pucciarelli, la giornalista e scrittrice Jule Busch, il segretario aggiunto della Fnsi Matteo Naccari.
A Pucciarelli e Busch il Comune di Conselice ha consegnato il Premio Libertà di stampa.
«Un monumento vivo, che parla dei sacrifici che hanno compiuto i martiri della pedalina, partigiani che fanno parte di questa comunità. L’associazione dei partigiani, nel trasmettere la memoria storica, ha il dovere di ricordare i valori storici della resistenza, prima su tutti l’umanità contro la disumanità del fascismo, la solidarietà, il diritto di libera opinione, di manifestare il dissenso e di esercitare una libera stampa», ha osservato Enzo Savini, presidente provinciale AnpiRavenna, che ai ragazzi delle scuole presenti ha infine raccomandato: «Abbiate timore di tutto ciò che è autoritarismo e di chi vi impedisce di esprimere le vostre idee».
Paolo Berizzi ha ricordato che «la memoria è una responsabilità, come ha detto ieri a Monte Sole il presidente Mattarella. Aggiungerei che è molto importante anche prendere parte e riconoscersi nei valori antifascisti. Non trovo normale che il presidente della Repubblica sia lasciato solo a queste celebrazioni, che non partecipi anche la presidente del Consiglio. Se non sei antifascista nel 2024 – ha aggiunto – sei un’altra cosa che è facile dedurre. E come disse Primo Levi, ogni tempo ha il suo fascismo: non serve che abbia le sembianze dello squadrismo mussoliniano, è fascismo tutto ciò che nega la possibilità di esprimersi e che nega la libertà di informazione».
Ricevendo il riconoscimento, Matteo Pucciarelli ha rivolto un pensiero «ai 160 giornalisti morti a Gaza in questi mesi per raccontarci avvenimenti che qualcuno non vorrebbe che sapessimo. Il fascismo – ha ricordato – cominciò attaccando le leghe contadine e le redazioni dei giornali. Adesso la destra di governo cerca di intimidire i giornalisti e con il ddl sicurezza prova ad impedire la possibilità alle persone di manifestare: la cifra distintiva è sempre la stessa. A noi che facciamo questo lavoro auguro di riflettere e di non dare nulla per scontato, bisogna essere disposti a perdere qualcosa per perseguire la giustizia. La giustizia non è legalità, bisogna essere disposti ad andare contro all’ordine costituito se serve per affermare la libertà».
Jule Busch, originaria dell’allora Germania Est, si è rivolta soprattutto agli alunni della scuola e ha rievocato quando da ragazza ha dovuto affrontare difficoltà anche solo per realizzare il giornalino scolastico.
«Sono ottant’anni esatti da quando Cesare, Giovanni, Egidio e Pio sono stati fucilati per la loro attività con la pedalina – ha esordito il presidente di Aser, Paolo Maria Amadasi – Il loro sacrificio è servito a darci uno stato democratico. E uno degli elementi fondamentali della nostra Costituzione è l’articolo 21, che consente la libertà di esprimersi. Oggi sembra un fatto scontato, ma dopo vent’anni di impossibilità a farlo non era così naturale. Questo articolo consente a tutti i cittadini il diritto di esprimersi, ma anche di essere correttamente informati».
E Matteo Naccari ha augurato che «anche da Conselice riparta uno scatto di orgoglio da parte dei giornalisti. Il precariato e il lavoro sottopagato delle redazioni – ha rimarcato – non permettono di esercitare questo lavoro con serenità, non consentono di lavorare bene sulle inchieste. Un precario guadagna 10 euro lordi per un servizio, perché dovrebbe affrontare pericoli per fare il suo lavoro? Da anni il giornalista può venire insultato dal politicante di turno, può essere imbavagliato, può essere pagato poco perché così è più ricattabile».
In chiusura della mattinata, il presidente Amadasi ha infine ricordato Camillo Galba, già presidente dell’Assostampa e componente della giunta Fnsi scomparso nel 2014 alla cui memoria Aser ha istituito una borsa di studio per i ragazzi di Conselice. Nel ricordo di Camillo si è unito il fratello Emanuele Galba, anche lui giornalista.
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