Matteo Naccari
Presidente dell’ASER
La libertà di stampa è sotto attacco. Più di quanto pensiamo. In Emilia Romagna, da quando è scoppiata la pandemia, sono state decine i giornalisti finiti nel mirino dei no vax, insultati sulla rete e nelle piazze, aggrediti fisicamente, solo perché impegnati a raccontare i mille risvolti del Covid. In questa regione un rettore, alla guida dell’università di Bologna, si è permesso di scegliere quali giornalisti ammettere a un incontro dove si chiedeva la libertà di Zaki, un sindaco, quello di Ferrara, ha esultato quando un cronista è stato rinviato a giudizio per un editoriale contro di lui, un pubblico ministero ha messo sotto intercettazione un gruppo di giudiziaristi per conoscere le loro fonti. Ma è libertà questa? No. Così come non lo è l’attacco che alcuni avvocati hanno lanciato contro la categoria dei giornalisti, accusandoli di pubblicare (manipolandole) le notizie che arrivano dai processi per aumentare le vendite di copie dei giornali, l’audience in televisione e gli accessi ai siti internet; invocando ulteriori censure e multe (salate) in denaro per chi pubblica queste notizie.
La libertà di stampa è sotto attacco ora più che mai, sull’onda di una certa parte della politica che ha denigrato per anni il lavoro dei professionisti dell’informazione, inneggiando a una sorta di condivisione delle informazioni sulla rete senza filtri e verifiche. In pratica dando un timbro di qualità alle notizie false.
Ecco perché da parte della categoria dei giornalisti serve uno scatto d’orgoglio e una reazione che punti i riflettori su questi episodi e che li condivida con più persone possibile. Abbiamo bisogno di comunicare che chi svolge questo mestiere lo fa per il bene comune, per la collettività, per rimarcare i principi della Costituzione, per garantire che tutti siano informati correttamente. Insomma, lo fa per gli altri e non per tornaconti personali o per chissà quali privilegi. Un Osservatorio sulla libertà di stampa come questo, che il sindacato dei giornalisti e il Comune di Conselice hanno ideato e realizzato, è qualcosa di necessario e doveroso, perché ha proprio il compito di proteggere, portandoli alla luce, i giornalisti che vengono minacciati e insultati mentre svolgono un lavoro fondamentale per tutti.
Certo, non bastano qualche principio e un sito internet per cambiare le cose, ma questo Osservatorio vuole partire da Conselice per arrivare in tutta Italia e diventare un centro di raccolta di informazioni da trasformare in iniziative concrete.
Quando si minaccia un giornalista si calpesta la Costituzione: lo abbiamo sentito dire più volte. Sembra uno slogan è invece è la verità. E purtroppo accade tutti i giorni. E’ ora di dire basta.